SIMON CRACKER

At SUPERODRA our mission is to foster a deep and meaningful connection between our talented designers and our valued consumers. We believe in involving our clients in every step of the creative process, making them an integral part of our growing and evolving family. To achieve this, we've initiated a special Q&A series where our beloved designers openly share their insights, passions, and inspirations, inviting all of us to enter their world and embark on this exciting journey together.

Welcome to the heart of SUPERODRA, where creativity knows no bounds and community is at the core of everything we do.



Da SUPERODRA desideriamo trovare un modo per connettere i nostri designer con i nostri clienti. Vogliamo che i nostri clienti facciano parte del processo creativo e che i designer si sentano parte di una famiglia in crescita ed evoluzione. Chiediamo ai designer che amiamo di rispondere a delle domande e di permettere a tutti di entrare nel loro mondo.

Benvenuti nel cuore di SUPERODRA, dove la creatività non conosce limiti e la comunità è al centro di tutto ciò che facciamo.

Cracker = Destructor

Crack is the fundamental concept of my brand. It means destruction: cracking something useless and give it new life. “Crack” is the sound of something that gets broken and it’s the starting point of it all: breaking something that already exists in order to give it a new life.

The brand Simon Cracker was born in 2010 from an idea of Simone Botte, art director, stylist and fabrics and printings researcher, as an upcycling clothing line, giving a second chance to ‘forgotten’ garments, deadstock fabrics and everything discarded by other people. In 2020 Filippo L.M. Biraghi, editor, buyer and fashion culture lecturer joins in and the brand goes mainstream, entering “Who is On Next?” competition, joining Altaroma and being in the Camera Nazionale della Moda Italiana official calendar since 2021.

We approach fashion from a divergent point of view, we like individualizes and not sterotypes, our values are linked to the lack of tools that stimulates creativity, we want to give back to clothes a value that is not just related to their price but more to the stories they tell. Choosing upcycling is not an aesthetic or trendy choice, but an ethical one. Trough this technique our narration changes season by season. Our garments have no season or gender.


Cracker = Distruttore

Crack è il concetto fondamentale del mio brand. Significa distruzione: distruggere qualcosa di inutile e dargli una nuova vita. “Crack” è il suono di qualcosa che viene rotto ed è anche il punto di partenza di tutto: rompere qualcosa che già esiste così da potergli dare una nuova vita.

Il Brand Simon Cracker nasce nel 2010 da un’idea di Simone Botte, direttore creativo, stylist e ricercatore di stampe e tessuti, come una linea di abbigliamento upcycling, dando una seconda vita a capi “dimenticati”, tessuti invenduti e cose scartate da altri. Nel 2020 Filippo L.M. Biraghi, editore, buyer e professore di cultura della moda si unisce al progetto ed il brand diventa mainstream, partecipando alla competizione “Who Is On Next?”, aderendo ad Altaroma ed entrando a far parte del calendario ufficiale della Camera Nazionale della Moda Italiana dal 2021.

Ci approcciamo alla moda da un punto di vista divergente, ci piace l’individualità e non la stereotipizzazione, i nostri valori sono legati alla mancanza di strumenti che stimola la creatività, vogliamo restituire ai vestiti quel valore che non è solo connesso al loro prezzo ma più alla storia che questi raccontano. Per noi upcycling non è soltanto una scelta estetica o di tendenza del momento, ma una etica consapevole. Attraverso questa tecnica la nostra narrazione cambia di stagione in stagione. I nostri capi non hanno ne stagione ne genere.

 

S: Can you share the story behind your fashion brand? What was your personal and professional journey that led you to establish the brand?

SC: Simon Cracker was born out of a creative urgency related to change radically the approach to what today is called ‘fashion’, where the price is more important than the value, where the concept of luxury took over the one of creativity and overproduction and ruthless marketing strategies made clothes extremely dangerous for our planet, It all started in a very amateurish DIY way, making and selling clothes to friends, which is a thing that we don’t really want to lose, but after the lockdown year we decided to make one step further, enrolling “Who Is On Next?” competition and then finally joining Camera Nazionale della Moda Italiana, trying to get a more official recognition of our work.


S: Potresti condividere la storia dietro il tuo marchio di moda? Qual è stato il tuo percorso personale e professionale che ti ha portato a fondare il brand?

SC: Simon Cracker nasce dall’urgenza creativa di voler cambiare radicalmente l’approccio a quello che oggi viene identificato come “fashion”, dove il prezzo è ormai più importante della qualità, dove il concetto di lusso ha preso il posto di quello della creatività e dove la sovrapproduzione e le feroci strategie di marketing hanno reso i capi di moda estremamente pericolosi per il nostro pianeta. Tutto comincia in maniera semi-amatoriale e “fatto in casa", all’inizio creando capi da vendere agli amici, cosa a cui teniamo particolarmente e non vogliamo perdere. Dopo l’ultimo lockdown dovuto al Covid abbiamo deciso di fare un passo in avanti, iscrivendoci alla competizione “ Who Is On Next?” e poi successivamente entrando nella Camera Nazionale della Moda italiana, nel tentativo di ricevere un riconoscimento ufficiale al nostro lavoro.

 

S: What are the core values of your brand, and how do they reflect in your creations? Is there a mission or vision that guides your work?


SC: Our main aim is to do the best with what we have, and make the lack of ‘tools’ not just a strength point but a real aesthetic. We don’t want to create waste, but we want to use waste to give it a second chance. We think that when you have many limits you are forced to come up with creative solutions, and this is our push. We also want to challenge the “stiffness” and fake dramas of our so-called environment and we love to laugh at ourselves. But the most important element in what we do is REALNESS, getting your hands happily dirty as children playing with whatever they find around.


S: Quali sono i valori fondamentali del tuo marchio e come si riflettono nelle tue creazioni? C'è una missione o una visione che guida il tuo lavoro?

SC: Il nostro principale obiettivo è di fare del meglio con ciò che abbiamo, e rendere la mancanza di “strumenti” non solo un punto di forza ma una vera e propria estetica. Non vogliamo creare altro spreco ma invece dare a ciò che è stato scartato una seconda chance. Siamo convinti del fatto che quando ci sono ostacoli e limiti quello è il momento in cui siamo forzati a trovare delle soluzioni creative, e questo è quello che ci spinge. Inoltre, vogliamo sfidare la “freddezza” e i “finti drammi” del nostro ambiente (della moda) e amiamo ridere di noi stessi. La parte più importante di quello che facciamo è AUTENITICITÁ.

 

S: What has been the most significant challenge you've faced in building your brand? How did you overcome this challenge, and what lessons did you learn from the experience?


SC: We still face challenges on a daily basis. We are in a moment in time of extreme uncertainness, and offering “different” solutions is always scary for people. We also have to deal with the wrong perception of upcycling as a mean and not a tool. Our storytelling is much deeper than just upcycling garments, which is eventually a technique, but the superficiality of the fashion business is sometimes overwhelming. The learning process is an endless flow, like the challenges: if you stop learning life’s over. 


S: Qual è stata la sfida più significativa che hai affrontato nel costruire il tuo marchio? Come hai superato questa sfida e quali lezioni hai imparato dall'esperienza?

SC: Affrontiamo ancora sfide quotidiane. Ci troviamo in un momento storico di estrema incertezza, ed offrire soluzioni “differenti” può spaventare un po’ le persone all’inizio. Inoltre ci dobbiamo anche scontrare con la percezione sbagliata di quello che è l’upcycling, usato come un mezzo e non come uno strumento. La nostra narrazione è molto più profonda di capi upcycling, che finalmente è una tecnica, ma la superficialità del business della moda a volte risulta travolgente. Il processo di apprendimento è un flusso continuo, proprio come le sfide: se smetti di imparare è finita.

 

S: Do you have any past or upcoming collaborations or partnerships that you believe have or will contribute to solidifying your brand?


SC: The collaboration that so far we are most proud of is the one we did for the FW23 '...BUT NO' collection with Jamie Reid, artist, situationist, anarchic but most of all art director of the Sex Pistols. We got in touch with him, asking for leftovers, faulty garments and print trials from his merchandising brand “Ragged Kingdom” and he happily agreed, completely getting the punky DIY ethos of Simon Cracker. It has been almost unbelievable collaborating with such an anti-icon.


S: Hai avuto collaborazioni o partnership passate o future che ritieni abbiano contribuito o contribuiranno a consolidare il tuo marchio?

SC: La collaborazione di cui siamo più orgogliosi fino ad oggi è quella che abbiamo avuto per la collezione “…BUT NOT” FW23 con Jamie Reid, artista, situazionista, anarchico, ma soprattutto direttore artistico dei Sex Pistols. Siamo entrati in contatto con lui chiedendogli delle rimanenze, dei capi fallati e prove di stampa del merchandising del suo brand “Ragged Kindom” e ha accettato molto volentieri, abbracciando completamente lo spirito di Simon Cracker. È stato incredibile collaborare con un tale anti-icon.

S: What are the most significant milestones or achievements you have reached so far with your fashion brand? Is there a particular outcome that you are particularly proud of?


SC: Probably the biggest achievement we reached so far has been being “accepted” by Camera Nazionale della Moda Italiana, who gave us the possibility of being present in a very established environment and letting us be the punkind thorn in their side :) , but another major achievement is that we see little traces of our work in many other small and big brands. Of course we are not so pretentious  to think that anyone has “copied” us, but it means that probably we are moving according to a certain zeitgeist, which is the ultimate goal of fashion: talking about the spirit of times through garments.


S: Quali sono i traguardi o i risultati più significativi che hai raggiunto finora con il tuo marchio di moda? C'è un risultato particolare di cui sei particolarmente orgoglioso?

SC: Probabilmente il più grande traguardo raggiunto finora è stato quello di essere stati “accettati” dalla Camera Nazionale della Moda italiana, che ci ha dato la possibilità di essere presenti in un istituzione affermata lasciandoci essere la loro spina punk nel fianco :) . Un altro grande traguardo è che vediamo veramente poche tracce del nostro lavoro in altri brands, grandi o piccoli che siano. vviamente non siamo così presuntuosi da pensare che qualcuno ci abbia “copiato”, piuttosto significa che ci stiamo muovendo secondo un certo spirito del tempo, che resta sempre l’obbiettivo finale della moda: parlare dello spirito dei tempi attraverso i propri capi.

With love, SUPERODRA

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